L'Avez del Prinzep riprende vita. Dal bosco di Lavarone alle sale del Museo di Scienze e Archeologia, e non solo!

L'Avez del Prinzep riprende vita. Dal bosco di Lavarone alle sale del Museo di Scienze e Archeologia, e non solo!

L'albero monumentale, oltre a trovare spazio nel nostro museo per la sua valenza scientifica, è diventato anche materiale ricercato per la costruzione di strumenti musicali. E recentemente uno di questi ha suonato le sue prime note in pubblico.

Si legge in 3 minuti: il tempo di un caffé ristretto!

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Tra gli oggetti esposti nel nuovo allestimento del Museo di Scienze e Archeologia a Rovereto, fa bella mostra di sé una grande rondella di abete bianco che appartiene alla xiloteca, raccolta di campioni legnosi, della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La rondella è stata prelevata dal famoso Avez del Prinzep (o Avez del Prenzipe), l'albero monumentale che cresceva sugli Altipiani Cimbri lungo il sentiero "I Giganti del Bosco", così denominato per la presenza di alcuni degli alberi più antichi e più alti dell'arco alpino meridionale.

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Immagine della rondella conosciuta come Avez del Prinzep nelle nuove sale del Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto. 

L'Avez del Prinzep, alto 52,15 metri, con una circonferenza di 5,8 metri alla base e un'età stimata di 220/250 anni, dominava l'intera foresta del sito di Palù di Monte Rovere nel comune di Lavarone, caratterizzata dalla presenza di numerosi abeti bianchi.

Nel 2017 il monumentale abete bianco degli Altipiani Cimbri è stato spezzato dal vento. 

Un forte vento, con raffiche di oltre 100 km all'ora, provocato da una perturbazione atmosferica abbattutasi sulla zona nella notte fra il 12 e il 13 novembre 2017, ha spezzato ad un'altezza di tre metri il grande tronco, da tempo ammalato, di questo straordinario monumento vegetale, lasciando intatte le sue radici. Percorrendo il sentiero dei Giganti, dopo essersi addentrati tra gli alti abeti ancora svettanti, si vede ciò che resta dell'Avez: un impressionante tronco spaccato, ancora circondato dal recinto costruito per proteggere il suo apparato radicale. 

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Ciò che resta dell'imponente albero presso Palù di Monte Rovere nel comune di Lavarone lungo il sentiero dei Giganti. 

La rondella esposta nelle sale di Botanica presso il Museo di Scienze e Archeologia è stata presa dal fusto a 13-14 metri di altezza e ha 162 anelli legnosi, corrispondenti agli ultimi 162 anni di vita della pianta. Mancano quindi all'appello gli anelli relativi ai primi anni di vita, che sarebbero stati presenti alla base del tronco, ma che sono scomparsi principalmente a causa dell'attività delle formiche del genere Camponotus che hanno scavato internamente il tronco marcescente, guasto sino a una decina di metri d'altezza. Dopo la sua caduta, per tagliare il fusto dal diametro così grande, sono stati chiamati segantini provenienti dal Lago Maggiore che hanno ricavato rondelle "giganti" da fornire a enti e istituzioni interessate, mentre le 5.000 rondelle ottenute dai rami sono state marchiate, numerate e vendute per finanziare la salvaguardia delle piante monumentali dell'Alpe Cimbra

Trasformato in violino, il legno del grande albero risuona ancora nell'altopiano. 

Alcune assi ricavate dalla pianta sono state utilizzate per la costruzione di tavole armoniche per un quartetto d'archi (due violini, una viola e un violoncello) da parte del maestro liutaio trentino Gianmaria Stelzer che oggi opera prevalentemente nella sua bottega di Zurigo. Il 20 agosto 2023, sei anni dopo lo schianto, l'Avez del Prinzep è tornato in vita: grazie al primo violino costruito con le sue tavole armoniche si è tenuto un concerto a Malga Laghetto che ha visto una numerosa affluenza di spettatori. Il violino è stato suonato dalla violinista Elisa Cecchini, giovane promessa trentina del concertismo internazionale. Il concerto fa parte del progetto "Anima, dentro il suono delle Alpi" ideato dal violoncellista Giovanni Costantini. Il progetto intende essere all'insegna della rigenerazione, della promozione del territorio e della responsabilizzazione della comunità sul tema del cambiamento climatico

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a cura di Stefano Marconi e Maria Ivana Pezzo, Laboratorio di Dendrocronologia Fondazione MCR

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