Cecilia Picchi, un'ornitologa di fine Ottocento
Socia onoraria della Società Museo Civico, fu una donna anticonformista che portò avanti studi e ricerche con passione e rigore, tra le poche ad interessarsi di salvaguardia e tutela della natura
Campo 1 - Testo | Si legge in 4 minuti: il tempo di un cappuccino! Questo contributo è dedicato a una scienziata decisamente anticonformista per la sua epoca e nota a pochi, come spesso accade, ma che noi teniamo a presentarvi in questa rubrica. Nata da famiglia fiorentina, intraprende il proprio percorso scolastico all’interno delle mura domestiche, anche perché spesso costretta in casa da una salute piuttosto cagionevole. Inizia ad interessarsi attivamente all'ornitologia intorno ai vent'anni, concentrandosi sullo studio del comportamento degli uccelli e costruendo, a partire dal 1886, una ricca collezione di esemplari. Nella seconda fase della sua carriera, è costretta per cause di forza maggiore, come la morte del padre e alcuni problemi finanziari, a limitare l'attività ornitologica, dedicandosi in particolare alla tassidermia delle migliaia di esemplari della sua collezione. Nonostante le difficoltà riesce a frequentare musei e ad intraprendere viaggi e frequentazioni stagionali presso possedimenti di parenti nei dintorni di Arezzo, con lo scopo di osservare i comportamenti degli uccelli e incrementare le sue collezioni. |
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Campo 3 - Testo | Ma Cecilia Picchi non vuole essere una semplice appassionata: essendo di buona famiglia ma non benestante, impara a prepararsi i reperti da sola, principalmente in pelle, e a scambiarli con altri scienziati. Studia inoltre i comportamenti e gli andamenti stagionali delle popolazioni di uccelli e, proprio grazie a queste osservazioni, è una delle poche a schierarsi contro la caccia senza regole, accorgendosi della forte diminuzione di alcune specie. L'attività di Cecilia Picchi non si limita alla raccolta, ma anche alla produzione di diversi scritti sia a carattere scientifico che divulgativo, pubblicati su periodici italiani, per esempio su “Avicula-Giornale Ornitologico Italiano” o “Rivista Italiana di Ornitologia”, ma anche esteri, quali “The Ibis”, “Ornis” e “Revue Française d’Ornithologie”. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento una donna interessata alla conservazione e alla tutela della natura non era sicuramente un fatto ricorrente, e spesso poteva essere anche mal visto. Ma questo non ha fermato Cecilia Picchi che ha portato avanti il suo progetto con grande passione e serietà. La sua collezione, divenuta la più importante della Toscana, purtroppo non sopravvive e si disintegra rapidamente: oggi se ne conoscono solo 223 esemplari, distribuiti in numerosi musei di storia naturale, in particolare nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti. |
Campo 5 - Testo | Pur non possedendo campioni della collezione Picchi, il legame con il nostro Museo è testimoniato dal fatto che nel febbraio del 1909 Picchi viene nominata Socia Onoraria della Società Museo Civico di Rovereto. |
Campo 7 - Testo | Lettera di accettazione a Socio di Cecilia Picchi (Atti prot. n. 360_1909 - Archivi della Biblioteca 'G. e R. de Cobelli' Museo Civico di Rovereto) Per saperne di più --- a cura di Federica Bertola, sezione Zoologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto, in collaborazione con Elena Zeni, Biblioteca 'G. e R. de Cobelli' Museo Civico di Rovereto
Crediti dell'immagine di copertina: Archivi della Biblioteca 'G. e R. de Cobelli' Museo Civico di Rovereto |